2 Ottobre 2005 / 20 Dicembre 2005
Dopo il successo riscosso dalla precedente mostra milanese sul Paesaggio, ad un anno di distanza Arrivabene affronta la sua prima esposizione dedicata alla cosiddetta Natura Morta, un genere pittorico a lui molto caro e del quale è considerato uno dei massimi e indiscussi protagonisti. Sono state, infatti, proprio alcune sue nature morte ad attirare l’attenzione di Vittorio Sgarbi, che puntualmente le ha volute per le importanti mostre dedicate al Surrealismo Padano (Piacenza 2002) e a Il Male (Stupinigi 2005); in quest’ultima era presentato proprio il dipinto Male di vivere del 2004, qui esposto e scelto come immagine di copertina del catalogo. Così come alcune nature morte figurano nel ciclo che Arrivabene ha dedicato a Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde su commissione di Progetto Italia di Telecom Italia e pubblicati in un prezioso volume-strenna in occasione del Natale 2004.
In mostra saranno esposti una ventina di preziosi dipinti di varie dimensioni: teatrini delle meraviglie, autentiche Wunderkammer contemporanee e vanitas, vengono ricreate da Arrivabene mettendo in posa, su tessuti preziosi, conchiglie rare, insetti e coleotteri esotici e dalle forme più insolite, crani umani e di animali; il tutto a ricreare una magia e uno stupore che ben pochi confronti hanno nella pittura contemporanea d’oggi.
Il catalogo che accompagna la mostra contiene una presentazione di Philippe Daverio, che ad Agostino Arrivabene e alla sua pittura ha dedicato nell’inverno scorso un servizio all’interno del programma televisivo Passepartout su Rai3.
Scrive Fabrizio Dentice: “Una sorpresa, e non piccola, per chi ha visto i mitici paesaggi di Arrivabene. Sarà la prima sua mostra personale di “vanità e nature morte”. Sorpresa per quel che un virtuoso dell’immaginario sa dare in un secondo e alternativo non “genere” ma registro. Lì la fantasia che si sbriglia per altri possibili mondi e saghe in una chiave programmaticamente “eccessiva” che si compiace di densità d’impasti e turgidezze di contenuto. Qui la purezza cristallina della verità nuda e intima, cercata nella sostanza e trasparenza d’ogni cosa e perseguita anche, spesso, nella sconcertante incongruità degli insiemi. Memoria dell’Antico? Sì, certo: con nuovi filtri, Arrivabene la custodisce e coltiva come un tesoro impagabile. E suo. Da un grande passato sempre molte voci ci parlano. E ne occorrono tante per farne una diversa”.