27 Febbraio 2013 / 27 Marzo 2013
“A volte parto da un blocco unico di legno, altre volte da pezzetti relativamente piccoli, altre volte ancora da listellini”.
Michele De Lucchi parla del suo lavoro di scultore in termini di costruzione e non potrebbe essere diversamente, perché le sue opere, realizzate tramite una tecnica tradizionale come la scultura in legno, raggiungono una loro monumentalità, qualsiasi sia la dimensione: piccole come alcune Casette, piccolissimi come certi suoi Tavolini o un poco più grandi come questa nuova serie di Montagne.
E Montagne si intitola la nuova mostra che prevede circa quindici sculture, realizzate nel 2012 e nei primi giorni del 2013, in legno di noce e di rovere, alcune con tetto rimovibile, alcune pensate per essere appese al muro, alcune composte da pezzi su pezzi.
Anche per questa nuova serie, le opere prendono forma attraverso stratificazioni e propongono una lettura a più livelli:
dal segno alla composizione, dalla scultura all’architettura.
“Avevo bisogno di immaginare edifici non architettonici. Le Montagne sono nate da un progetto d’architettura come spesso mi capita”.
All’inizio del suo lavoro come scultore (e all’interno di un mondo di pensiero che si completa da sempre per De Lucchi tra disegno, progettazione, architettura, design), l’architetto si era concentrato sull’utilizzo della motosega, che ha lasciato posto poi a modi e strumenti meno invasivi, per arrivare a interpretare il legno come una materia morbida, delicata.
Le Montagne ben rappresentano questo desiderio di morbidezza, nella composizione e nel profilo, così come nella resa tattile.
Completano l’esposizione alcune incisioni, nate da piccoli quanto dettagliati schizzi a china, realizzate in grande scala.